«Sei morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo a occhi chiusi.......
vIl video che mostra i suoi ultimi istanti di vita ha fatto il giro del mondo
e sul web si moltiplicano i messaggi: "Ti ricorderemo, non sei morta invano"
Neda, la ragazza uccisa a Teheran
diventa il simbolo della rivolta
Sui social network circola una foto presa da una pagina di Facebook
Non c'è conferma che sia la stessa persona, ma agli oppositori poco importa
di ALESSANDRA VITALI
Neda, la ragazza uccisa a Teheran diventa il simbolo della rivolta
IL VIDEO della sua morte ha fatto il giro del mondo. I jeans, le scarpe da ginnastica, la maglietta nera, il sangue che le imbratta il viso, le urla di chi le tiene la testa mentre lei muore. Neda, la ragazza uccisa da un miliziano mentre manifestava insieme al padre nelle vie di Teheran è diventata il simbolo della rivolta dell'opposizione iraniana. Sul web, fra blog, siti, social network si accumulano in queste ore i messaggi in cui si fa il suo nome. Quasi tutti accomunati da una certezza: "Non sei morta invano".
Secondo un messaggio postato su Twitter, e riportato dal sito Loftan, la strada di Teheran in cui la ragazza è stata uccisa, Karengh Street, sarebbe stata ribattezzata "Neda Steet". Ricorda piazza Alimonda a Genova, quando qualcuno attaccò a un muro il cartello con scritto "piazza Carlo Giuliani".
Neda avrebbe anche un volto, oltre a quello che si intravede nel filmato della sua morte. E' quello della foto pubblicata su una pagina di Facebook, sotto al nome Neda Saleh. Camicia nera, viso scoperto, sul capo un velo a quadri marroni, bianchi e rossi. Sembrerebbe somigliante. Ci sono gli suoi amici, Bahar, Yanosh, Soraya, Bahman.
Manca, ovviamente, la certezza assoluta che si tratti della stessa persona. Ma questo poco importa alle anime della protesta. Neda è già diventata un simbolo, a prescindere, per i "green protesters".
E sotto a quella foto, pubblicata da vari blogger, si moltiplicano i messaggi. "Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi"; "Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano"; "Neda riposa in pace, il mondo piange nel vedere il tuo ultimo respiro, ti ricordiamo, non sei morta invano"; "Pietà per questa ragazza innocente, sarà un simbolo per noi".
Dai blogger, come già nelle ore recenti, continuano ad arrivare notizie dirette dai luoghi della protesta. Fra i più attivi, Saeed Valadbaygi, laureato in ingegneria, dipendente di una società che si occupa di progetti industriali. Sul suo blog, shooresh1917, Saeed scrive da Teheran e aggiorna costantemente su quel che accade in città, ma riferisce anche le notizie che gli giungono da altri distretti. La sua pagina si chiama Revolutionary Road, e in cima c'è un titolo: "All we want is a better world".
24/ 06 2009
Dopo la morte di Neda, continuano le torture dei manifestanti in Iran
Il quotidiano online di San Francisco 'Salon' ha pubblicato le foto raccapriccianti delle torture subite da un giovane manifestante iraniano
Dopo la morte di Neda, la giovane manifestante uccisa dalla polizia con un colpo di pistola mentre protestava per le presunte irregolarità di voto in Iran, un’altra drammatica testimonianza proverebbe - nel caso qualcuno avesse avuto ancora dubbi - la violenza con cui il governo iraniano cerca di mettere a tacere i dissidenti.
Il sito americano Salon ha pubblicato un foto-racconto da brividi in cui vengono mostrate le torture subite da un 17enne iraniano che come Neda era sceso in piazza per contestare il regime di Ahmadinejad. La sua storia inizia nel momento in cui viene arrestato dalla polizia mentre si trova in un parcheggio. “Erano circa le 12 e mezza, ero con un mio amico, suo fratello e la moglie. Stavamo chiacchierando, quando abbiamo visto un gruppo di ragazzi in fuga ripararsi in alcuni edifici lì vicino che avevano le porte aperte. A un tratto – continua il giovane - alcuni agenti in uniforme nera sono arrivati nel parcheggio. Abbiamo provato a nasconderci, ma uno di loro ci ha visti. Sono stato preso a manganellate e poi trasferito negli scantinati del ministero dell'Intelligence di Teheran”. Da qui inizia la parte più atroce di tutta la storia. “Un poliziotto – spiega il diciassettenne - mi ha chiesto se Khatami sarebbe venuto a salvarci, nel frattempo gli altri mi hanno rotto le dita della mano tagliandomi la membrana connettiva con una lama. Sebbene avessi giurato migliaia di volte di non aver partecipato alle manifestazioni, non hanno avuto pietà e hanno iniziato a picchiarmi”. Le violenze sono andate avanti fino a tarda notte quando, assieme ad altri manifestanti, è stato trasferito in un commissariato di polizia “dove ci hanno appeso, qualcuno per le mani altri a testa in giù, e hanno iniziato a frustarci”.
Se per la 26enne Neda non c’è stato nulla da fare, il giovane diciassettenne iraniano, nonostante le profonde ferite è tornato a casa, e con queste foto ha voluto testimoniare lo straordinario atto di coraggio di un popolo che nonostante un regime così soffocante da giorni lotta per la libertà e la democrazia del proprio paese.
fonte
http://magazine.ciaopeople.com/News_WorldI...i_in_Iran-11305
Teheran. Lettera della sorella di Neda: “Neda era mia sorella…”
2009 Giugno 22
Lettera della sorella di Neda. [Diffusa oggi 22 Giugno (13.30 italiane) in lingua Farsi, tradotta in inglese da un amico a Teheran che me l'ha inviata. La sorella di Neda ha aggiunto alcune correzioni al testo (più breve) di una 'nota' che lei stessa avea scritto ieri (21 Giugno) e che era stata pubblicata per qualche ora da un Blog iraniano. La sorella di Neda chiede esplicitamente che questa lettera sia diffusa il più possibile da tutti coloro che la leggeranno per ricordare Neda e tutte le vittime della violenza omicida della polizia dei Mullah. (rdn)]
Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08) — “Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un’idea fissa: ‘domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa…’ Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella… Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella…Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli… Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti…. Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, ‘Io sono iraniana’…”
“Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un’ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita… Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone…”
“Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli…”
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=40041ab186de47c0